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POF

1) RIFERIMENTI ALLA STORIA DELLA SCUOLA   L’attuale scuola parrocchiale paritaria dell’Infanzia, coniugando la specificità dell’istituzione cristiano-cattolica parrocchiale con i principi fondamentali della Costituzione italiana e della legge n. 62 del 10.03.2000 contenente norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione, trae origine dall’atto di fondazione dell’”Asilo Infantile” del 1908. Essa quindi può vantare una centenaria tradizione ed esperienza nel campo dell’educazione dell’infanzia a favore della comunità civile e religiosa di Grado, rispondendo ai reali bisogno della cittadinanza sia sul piano pedagogico sia su quello socio- economico, caratterizzato dai ritmi stagionali del lavoro. A partire dal periodo della sua fondazione in epoca di dominazione austriaca, l’Istituto ha attraversato, senza soluzione di continuità nel suo indispensabile servizio, tutta la storia del novecento della comunità locale, vivendo e superando le difficoltà dei momenti più tragici della storia nazionale e mondiale, con la garanzia di un servizio educativo di qualità sia durante il lungo periodo gestito dalle maestre religiose sia in tempi più recenti con l’assunzione di personale docente laico, aggiornando costantemente i metodi pedagogici, le attività, le attrezzature e o sussidi della didattica per l’infanzia e modernizzando le strutture edilizie ed ambientali per adeguarli alle innovazioni delle scienze della formazione e al dettato della funzionalità e delle norme sulla sicurezza degli edifici scolastici. L’”Asilo” è sempre stato punto di riferimento dell’intera comunità gradese per il suo ruolo educativo svolto a favore delle generazioni dei nonni e dei genitori dei bambini che attualmente vi sono iscritti: in questa comunità storica ed ideale l’istituzione trova la sua piena e più valida ragione d’essere e di operare. Dal punto di vista organizzativo, la scuola si è a lungo caratterizzata per la durata dell’anno scolastico che andava da novembre ad agosto, prolungando quindi la sua attività nei mesi estivi cruciali per gli impegni derivanti dalla stagione turistica, per incontrare le esigenze innanzitutto dei bambini che rischiavano spesso un certo “isolamento” all’interno di una comunità tutta tesa a garantire con un lavoro prolungato i migliori servizi agli ospiti, e quindi dei genitori, che si sentivano più sereni sapendo che i figli erano seguiti con competenza ed affetto da un’istituzione credibile ed affidabile. Nel 1968, vista l’impossibilità della scuola materna parrocchiale di accogliere tutte le richieste di iscrizione, legate ad una nuova dimensione culturale della scuola dell’infanzia e all’incremento demografico degli anni ’60. l’amministrazione comunale provvedeva ad istituire la scuola materna statale per far fronte alle nuove aumentate domande formative da parte della comunità. E’ questa l’attuale realtà di Grado, che propone una offerta formativa articolata, nel pieno rispetto della libertà di scelta per le famiglie e nella collaborazione didattica tra le due scuole che, pur nella diversa ispirazione, religiosa la prima e laica la seconda, concorrono con le famiglie nel delicato compito formativo dell’età infantile e all’ingresso “alla pari” nella scuola primaria.   La scuola dell’Infanzia di ispirazione cristiana, aderendo alla F.I.S.M. (Federazione Italiana Scuole Materne), esprime precise scelte educative, accetta e condivide assieme alle famiglie i valori universali e gli ideali pedagogici legati alla cultura e alla tradizione cristiana. Queste scuole hanno avuto origine nella prima metà del secolo scorso, con l’aiuto delle congregazioni religiose che operavano sul territorio, per aiutare la comunità parrocchiale nel campo dell’educazione. L’attività che in esse si svolge è ancorata e finalizzata ai valori più autentici del Cristianesimo, ai quali si ispira, e che animano la nostra tradizione: la meraviglia di essere al mondo, la gioia che si manifesta nello stare insieme all’altro, il rapporto positivo e creativo con il mondo che ci circonda. L’ispirazione evangelica e il disegno pedagogico-culturale hanno fatto della scuola agazziana un momento fondativi per lo sviluppo di identità, autonomia, e competenza di tutti i bambini, quindi vere e complete istituzioni educative, nelle quali viene dato il massimo valore alla centralità della persona, affermando e valorizzando il totale rispetto per l’integrità del bambino, promuovendo la formazione di una personalità equilibrata e completa. Una scuola di ispirazione cristiana è “di tutti e per tutti”: nel pluralismo culturale e istituzionale che la contraddistingue, non si limita ad accogliere le diversità ma nel riconoscimento reciproco di tutte le persone che la compongono, le considera una ricchezza per valorizzare l’identità personale. Nella nostra cultura sono andate progressivamente aumentando l’attenzione nei confronti del bambino e le cure a lui rivolte: non possiamo non tenere presente che egli è un soggetto in crescita e in continuo sviluppo, impegnato attivamente in un processo di apprendimento e di interazione con coetanei, adulti, ambiente e cultura. Le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana sono portatrici di valori universali (amore, fratellanza, pace, solidarietà) e mettono al centro del progetto educativo-didattico il bambino con il suo vissuto familiare e sociale. Il bambino in questa particolare età vive esperienze di contatto con la religione in famiglie nel territorio ove risiede. Queste esperienze lo portano a conoscere il mondo che lo circonda e a leggere la realtà religiosa presente sotto forma di segni e simboli. Alle famiglie viene riconosciuta la primaria funzione educativa, sancita anche dalla Costituzione repubblicana e dalla recente riforma scolastica, per realizzare un’azione educativa soddisfacente ai suoi bisogni. La nostra scuola, in comunione di intenti con tutte le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana, è portatrice di valori universali: 1) La meraviglia di essere al mondo: che si esprime e si manifesta nell’accogliere ogni bambino, rispettandolo ed amandolo, favorendo la sua crescita e sviluppandone tutte le potenzialità. 2) Il riconoscimento dell’altro come figlio di Dio, al di là delle sue capacità, condividendo e partecipando con gioia la diversità intesa come ricchezza. 3) Il rapporto positivo e creativo con il mondo circostante, riconoscendo nella natura il Creatore: i doni che noi abbiamo e che ci sono stati offerti devono essere apprezzati, difesi e usati con intelligenza. 4) La famiglia e il suo vissuto come il centro del contesto educativo; la scuola dell’infanzia collabora con essa, cooperando costruttivamente per realizzare un’azione educativa adeguata.   Finalità della Scuola dell’Infanzia di ispirazione cristiana: - La scuola dell’infanzia considera il bambino”soggetto di diritti e figlio di Dio”. - Promuove e sviluppa le sue potenzialità in ogni direzione. - Favorisce la maturazione dell’identità personale, dell’autonomia e della convivenza sociale. - Educa il bambino a cogliere i segni della vita cristiana e ad intuirne i significati.   Organizzazione didattica: - La scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana è una scuola “Per il bambino” e si inserisce a pieno titolo nel sistema educativo nazionale e di istruzione e formazione seguendo le Nuove Indicazioni nazionali per il curricolo. - La scuola rappresenta, in stretta collaborazione con i genitori, un momento fondativo per lo sviluppo di identità, autonomia, competenza e cittadinanza di tutti i bambini. - Le sue peculiari caratteristiche di ambiente di vita di relazione e di apprendimento la configurano come esperienza decisiva per la crescita personale e sociale, grazie all’incontro con i coetanei, con gli adulti professionalmente responsabili, con i segni e i linguaggi della cultura di appartenenza. - Le attività hanno valenza educativa e vedono nei “campi di esperienza” evidenziati dalle Nuove Indicazioni gli ambiti “ del fare e dell’agire”. - Al fine di favorire il raggiungimento degli obiettivi le insegnanti adottano scelte metodologiche appropriate, strategie mirate, valorizzando il gioco nelle sue varie tipologie. - L’osservazione e i momenti di verifica attribuiscono significato alle varie esperienze curricolari. - Il rapporto con gli ambienti educativi presenti nel territorio rappresenta quella continuità nelle esperienze che consente la costruzione della storia personale di ogni bambino.       2) L’ISTITUZIONE SCOLASTICA NELLA REALTA’ SOCIO - AMBIENTALE.   Grado è geograficamente un’isola, collocata all’interno dei un sistema lagunare protetto, pienamente integrata con la terraferma giuliane friulana, e conta oggi una popolazione nel territorio comunale di circa 8.500 abitanti, che si dedicano nel capoluogo per la maggior parte al turismo stagionale estivo, o nell’impegno dell’industria dei centri vicini della regione, mentre la frazione è quasi completamente dedita all’agricoltura. Il capoluogo negli ultimi cinquant’anni ha subito una notevole espansione edilizia sia residenziale (città Giardino e Valle Goppion) come di accoglienza turistica (zona Pineta e campeggi): l’economia prevalente è di gran lunga turistico stagionale, mentre si riduce sempre più l’ambito peschereccio. La città vanta una storia bimillenaria, radicata essenzialmente all’epoca della romanizzazione e della cristianizzazione del territorio, e possiede numerose e monumentali testimonianze del suo passato religioso e civile, risalenti all’alto Medioevo e legate alle istituzioni vescovili e patriarcali di Aquileia e di Grado nell’area dei domini della repubblica di Venezia. La sua emancipazione socio- economica è avvenuta a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, fino a diventare un centro di rinomanza internazionale del turismo congressuale, terapico e genericamente vacanziero di frequentazione mitteleuropea, con progressive aperture verso i paesi dell’Est. Ai giorni nostri la popolazione tende ad invecchiare (quasi il 30% supera i 60 anni), le famiglie giovani hanno difficoltà ad acquistare un’abitazione per l’alto costo, indotto dal turismo e quindi facilmente emigrano nella vicina terraferma. A questo riguardo le famiglie residenti sono composte dai genitori e qualche figlio, vengono supportate frequentemente dalla cerchia dei nonni. La presenza i immigrati è ancora limitata ad alcune famiglie di varia provenienza sia europea che asiatica. Grado, forse grazie anche alla sua insularità, riesce a mantenere ancora una propria identità, che si caratterizza nel centro storico con le sue “calli e campielli”, che fanno da corona alle basiliche paleocristiane. Continua ad usare a livello popolare la sua parlata veteroveneta e a saper animare sia la stagione turistico- estiva con spettacoli popolari di rappresentazioni teatrali e canore nei campielli, sia durante l’autunno e l’inverno, grazie alla creatività e fantasia di diverse associazioni di volontariato, culturali e religiose. Il territorio è servito da due scuole per l’infanzia, due primarie di primo grado, una primaria di secondo grado e di una scuola alberghiera. Gode di una buona biblioteca civica e di una crescente università della terza età.                 3) DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA SCOLASTICA   Ubicazione dell’edificio e struttura edilizia La Scuola dell’Infanzia Parrocchiale è ubicata nel centro storico della cittadina, in una via molto frequentata e fiorente di attività commerciali e professionali, in prossimità delle chiese paleocristiane e dell’Ufficio Parrocchiale, sul limite orientale dell’antico castrum medievale. L’edificio è stato costantemente sottoposto ad interventi migliorativi e di adeguamento alle norme di sicurezza e alle mutate esigenze delle attività formative. Dispone di spazi plurimi, ampi e funzionali e attrezzati, disposti su tre piani, di cui due utilizzati dai bambini, e di spazi strutturali all’esterno. Utilizzo degli spazi Piano terra: ampio salone per attività ludiche e ludiformi con materiale strutturato per percorsi- labirinti, giochi motori e creativi; una sala da pranzo; cucina con dispensa esterna; servizi igienici; corridoio con gli armadietti personali dei bambini; ufficio. Si accede al piano superiore attraverso due rampe di scale o con ascensore. Secondo piano: tre aule adibite a sezione strutturate in angoli: di lettura, affettivo, costruzioni e gioco libero; un’aula adibita a laboratorio; servizi igienici; corridoio con gli armadietti personali dei bambini. Spazio esterno: giardino con parco giochi.   Risorse umane, professionali, materiali, economiche disponibili La scuola dispone attualmente del seguente personale docente e non docente: n.4 insegnanti (di cui una part time) fornite del titolo di abilitazione, assunte secondo la normativa prevista dal vigente contratto nazionale FISM, n. 2 ausiliarie dipendenti per i servizi generali. Essa si avvale inoltre della collaborazione di personale volontario con funzione di coordinamento e di supporto organizzativo e pedagogico, di vigilanza, di integrazione didattica.   Tipologia gestionale: La scuola accoglie i bambini dai 3 ai 6 anni secondo le normative vigenti. I bambini sono suddivisi in tre sezioni eterogenee allo scopo di: 1) favorire lo spirito di amicizia, solidarietà, collaborazione tra gruppi diversi per età; 2) promuovere senso di responsabilità nei gruppi dei più grandi verso i più piccoli, affinché questi possano trovare nel grande un amico, un punto di riferimento; 3) offrire all’insegnante l’opportunità di gestire il gruppo in modo flessibile, in funzione dell’attività da svolgere, con la possibilità di leggere le situazioni e le esperienze individuali e collettive.   L’autonomia istituzionale, pedagogica e didattica Sul piano culturale la Scuola fonda la propria identità e la progettazione dei propri interventi educativi e didattici sui seguenti principi: 1. Appartenenza: la scuola “sente” di appartenere: alla comunità gradese, di cui è parte integrata; alla comunità cristiana parrocchiale, che la orienta e la gestisce; al territorio, con la sua storia, il suo ambiente, il suo dialetto, le sue tradizioni, le contraddittorie dinamiche socio- economiche, le aggregazioni istituzionali e spontanee. 2. Ispirazione: nella piena libertà del proprio fondamento religioso, la scuola si ispira, nel determinare il proprio indirizzo pedagogico- didattico, agli orientamenti dei contenuti della Tradizione, della dottrina, della cultura della pedagogia e della morale cattolica, e ai valori umani e cristiani del Vangelo. 3. Servizio pubblico: la scuola è aperta a tutti, sensibile alle situazioni di svantaggio e, in quanto parte della rete integrata che comprende il nido, i servizi sociali all’infanzia, la scuola dell’infanzia statale, la scuola primaria, si ispira anche ai principi fondamentali della Costituzione: essa valorizza, in particolare modo, la solidarietà (art.2) il pieno sviluppo della persona umana (art. 3) , l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche e il loro stretto rapporto con le autonomie locali (art. 6), il rispetto dei Patti lateranensi (art. 7), la promozione dello sviluppo del rapporto con l’ambiente e con il patrimonio storico e artistico (art. 9), l’educazione alla pace tra i popoli (art. 11).   Sul piano gestionale la scuola concretizza il proprio Piano dell’Offerta Formativa sulla base delle seguenti linee di intervento:   1. Collegialità: si esprime attraverso la struttura degli Organi interni di gestione, che comprendono: · Lo staff dirigenziale: composto dal Parroco che lo presiede in quanto rappresentante legale dell’istituto, e da due collaboratori, membri designati nel Consiglio Pastorale Parrocchiale. · Il team docente, formato dai docenti di sezione, dagli insegnanti di attività integrative, che costituiscono insieme ai rappresentanti eletti dai genitori il consiglio d’Intersezione, che verifica periodicamente l’iter educativo e didattico. · Il collegio dei docenti, composto dallo staff dirigenziale e dal team docente, con il compito specifico di progettare, dirigere e monitorare il P.O.F. · Le Assemblee dei genitori, con il compito di formulare proposte agli organi collegiali e di eleggere i propri rappresentanti nel Consiglio di Intersezione. 2. Partecipazione: si realizza attraverso il coinvolgimento diretto nella corresponsabilità di tutti i soggetti e gli organismi interessati, in primo luogo dei genitori che, sottoscrivendo il “patto educativo” coniugato nel P.O.F., ne condividono i principi ispiratori, le mete formative e l’indirizzo pedagogico. Didattico in una scelta interiore, libera e cosciente; di tutto il personale docente e non, dei Consigli parrocchiali, di associazioni ed Enti che si ispirino alla stessa concezione religiosa, di benefattori e sostenitori. 3. Progettualità: si fonda su un percorso personalizzato articolato per “traguardi” ed “obiettivi specifici di apprendimento” , secondo le Nuove Indicazioni per il Curricolo, contraddistinte dai caratteri di essenzialità e progressività, che assicura la necessaria continuità didattica raccordandosi con la scuola primaria, essendo parte integrante del sistema educativo nazionale d’istruzione. L’articolazione delle attività avviene secondo il criterio della flessibilità didattica, anche nella scansione dei tempi della vita collettiva e dell’attività formativa, nel rispetto del pluralismo culturale e religioso e dell’identità di scuola parrocchiale, al fine di promuovere lo sviluppo affettivo, sociale ed intellettuale di tutti i bambini, attraverso il controllo della qualità del contesto e dell’offerta formativa in atto. 4. Pubblicità: si esprime nella visibilità e nella trasparenza della documentazione del P.O.F., della programmazione e dei bilanci, fermo restando che la gestione patrimoniale, finanziaria ed amministrativa è di competenza della Parrocchia attraverso il Consiglio per gli Affari Economici, che predispone adeguati veicoli informativi per la pubblicazione degli atti. Tale azione evidenzia la peculiarità della scuola parrocchiale, intesa come proposta pluralistica volta all’ampliamento dell’offerta formativa presente nel territorio, come garanzia di libertà interiore di giudizio e di scelta, come complementarietà collaborativi e non concorrenzialità antagonistica rispetto ad altre agenzie formative operanti a livello comunale.         4) ORGANIZZAZIONE GENERALE E VITA DI SCUOLA   Servizi particolari alla famiglia e alla comunità: Sulla base delle richieste delle famiglie ed in rapporto alle loro esigenze, viene organizzato nei mesi di chiusura un centro estivo. Servizi di trasporto e di mensa. La scuola usufruisce del servizio di trasporto a cura del Comune ed è dotata di una propria mensa, che segue un menù comune alle altre scuole. Calendario e orario scolastico. La scuola segue le festività nazionali e il calendario scolastico regionale. La giornata del bambino a scuola è scandita nei seguenti momenti:   · ore 07.45 – 09.0007.45 – 09.00 Accoglienza. · Ore 09.00 – 09.3009.00 – 09.30 Colazione · Ore 09.30 – 09.45 Uso servizi igienici · Ore 09.45 – 11.45 Attività di sezione o intersezione o gruppi di lavoro · Ore 11.45 - 12.00 Preparazione per il pranzo · Ore 12.00 – 13.15 Pranzo · Ore 13.15 – 13.30 Prima uscita · Ore 13.30 – 15.30 Attività di sezione o intersezione o gruppi di lavoro · Ore 15.30 – 15.45 Uscita finale.   Questi orari sono da ritenersi flessibili, in quanto adattabili a particolari momenti e occasioni all’interno della vita scolastica, che richiedano una diversa articolazione delle attività. L’inserimento del bambino nuovo iscritto è un momento fondamentale della vita scolastica, in quanto favorisce lo sviluppo del senso di appartenenza al gruppo e l’accettazione di un ambiente nuovo con persone estranee diverse dal nucleo familiare, dove finora era cresciuto e all’interno del quale aveva vissuto esperienze motivanti – educative. E’ opportuno rispettare i tempi di inserimento di ogni singolo bambino, in modo che il distacco dalla famiglia non avvenga in maniera traumatica e gli permetta di instaurare rapporti di fiducia nei confronti dell’ambiente che lo accoglie. La ricerca della continuità Continuità verticale (Asilo nido - Scuola dell’infanzia - Scuola primaria): sono previsti degli incontri con le scuole presenti nel territorio, attivando così delle concrete forme di collegamento per poter operare una continuità sia educativa che didattica. Continuità orizzontale: si svolgono degli incontri individuali, di sezione e assembleari come pure delle feste con il coinvolgimento delle famiglie, inerenti la programmazione educativa e la progettazione didattica. I genitori sono coinvolti e responsabilizzati nell’azione educativa della Scuola attraverso la presentazione del progetto educativo e della programmazione didattica e il confronto costruttivo, la condivisione di momenti di vita in comune, la conoscenza della documentazione didattica. I presupposti teorici sono: 1. I genitori sono i primi e insostituibili gestori dell’educazione dei figli (Cost. It., art 30-31) 2. La scuola rappresenta un impegno comunitario per la crescita umana globale, è luogo privilegiato di umanizzazione 3. I genitori sono persone che educano permanentemente i loro figli.   Nell’atrio sono presenti due bacheche (Albo della scuola e Spazio genitori) per gli avvisi generali e per la comunicazione dee attività programmate. Assenze e riammissioni La legge regionale n° 11 dell’11/08/2011 ha abolito il certificato di riammissione scolastica dopo 5 giorni di assenza per malattia. Organi collegiali Presso la scuola vengono programmate: - Le riunioni del Collegio dei Docenti - Le riunioni del Consiglio di Intersezione, anche con i rappresentanti eletti dei genitori - Le assemblee dei genitori. Servizio medico Il servizio di medicina viene svolto in forma volontaria dal dr. Fumolo Antonio. Norme per la sicurezza La scuola rispetta tutta la normativa vigente in termini di sicurezza, con la consulenza della Spea Service s.r.l. di Albano Marusic, sita in via S. Michele 334 a Gorizia . Rapporti con la FISM provinciale Sono intrattenuti in forma epistolare, telefonica e virtuale, in merito a tutte le comunicazioni e le iniziative proposte a livello provinciale. La scuola aderisce a tutte le iniziative di aggiornamento del personale.                                             Call Send SMS Add to Skype You'll need Skype CreditFree via Skype

 

LA SCUOLA D'ISPIRAZIONE CRISTIANA

Quali aspetti giustificano e qualificano la sua presenza nel territorio L’accoglienza non è solo l’approccio iniziale nel periodo dell’inserimento, un momento quindi isolato (quello che didatticamente si definisce “modulo 0”), ma una caratteristica costante, permanente, triennale del progetto educativo (“Chi accoglie un bambino accoglie me”).

 

Regolamento

Gestione: Parrocchia di “S. Eufemia” – Grado
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CUSSI’ XE’ NATO… 'L ASILO
“I bambini crescevano così per le strade, facendo lega non solo con i coetanei ma anche con i più grandicelli già smaliziati, assorbendo cattive abitudini, venendo ad apprendere brutalmente da essi ciò che avrebbe dovuto essere loro spiegato…
Mancando di una guida, crescevano inselvatichiti e privi di ogni freno ragionevole.

Quella dell’infanzia abbandonata per le strade fu una piaga che durò a lungo”.
Le parole del dr Ferruccio De Grassi, riferite ai primi anni del Novecento, ben esprimono la situazione e i bisogni della comunità di Grado, della cui educazione ed istruzione elementare si era occupato nel secolo precedente il Parroco, fino all’arrivo sull’Isola dei primi maestri sul finire dell’Ottocento e all’inizio dei lavori per la costruzione, nel 1904, della scuola “S. Scaramuzza” in via dei Provveditori, progettata per ospitare le femmine al pianterreno ed i maschi al primo piano.
In realtà nel primo decennio del secolo scorso l’Isola viveva una fase di rapida trasformazione. Con i suoi oltre 4.000 abitanti, essa disponeva di uno stabilimento balneare con cabine di legno e servizio di restaurant, per offrire accoglienti bagni di sole e di mare agli ospiti della ventina di alberghi e degli ottanta affittacamere già operanti, mentre l’Ospizio Marino ospitava oltre un centinaio di degenti; erano inoltre attive quattro fabbriche per la lavorazione e la conservazione del pesce azzurro, con notevole assorbimento di manodopera femminile; la diga e il porto erano stati completamente rifatti e resi più funzionali; i collegamenti con la terraferma erano più efficienti con l’escavazione del canale e la costruzione della strada Morsano-Grado, raccordata al terminal ferroviario di Belvedere; il pozzo artesiano, inoltre, riforniva di acqua corrente la popolazione ed i villeggianti, che affollavano sempre più numerosi la nostra spiaggia.
Dopo secoli di povertà e di isolamento la città rinasceva sul piano economico e sociale, per l’intraprendenza dei suoi abitanti, della pubblica amministrazione e della parrocchia, sempre molto propositiva a livello culturale e morale: industria e turismo, accanto alle tradizionali attività della pesca in mare e in laguna, ampliavano rapidamente le prospettive di sviluppo della realtà cittadina, la quale, con l’incremento dei rapporti con l’esterno, garantiva alla popolazione un costante e deciso miglioramento delle condizioni generali di lavoro e di vita famigliare e collettiva.
E’ ancora la Chiesa locale che si fa promotrice, in questa bella e ottimistica epoca d’inizio secolo, di una struttura a favore di quei bambini lasciati troppo soli nelle strade e delle ragazze bisognose di un accompagnamento nella formazione umana e cristiana e di un centro di calorosa e gioiosa aggregazione.
Nell’adunanza generale straordinaria del 27 aprile 1902 della “Società Operaia Cattolica di Grado”, infatti, viene costituito il “Comitato per l’erezione d’un Ricreatorio Festivo con annesso Asilo Infantile”, il cui Regolamento o Statuto sarà approvato nell’adunanza del Comitato stesso del 3 maggio 1902  e con Rescritto della Luogotenenza di Trieste del 9 maggio 1908: “Scopo del Comitato è l’erezione d’un Ricreatorio Festivo con annesso Asilo Infantile in Grado, da affidarsi ambidue, al loro compimento, ad una Congregazione Religiosa femminile da designarsi dall’autorità diocesana…Il Comitato ha l’assunto a) di raccogliere oblazioni, b) di amministrare il patrimonio sociale, c) di fare tutte le pratiche occorrenti perché il Ricreatorio Festivo con annesso Asilo Infantile vengano fabbricati e corredati di quanto è necessario per il loro regolare funzionamento”.
Per la raccolta dei finanziamenti necessari all’opera, il Comitato, presieduto da mons. Luigi  Faidutti, organizza negli anni 1904-1908 lotterie, pubblici giochi di tombola e collette mensili, tutti regolarmente autorizzati. Raccoglie inoltre contributi dal Curatorio per l’amministrazione degli stabilimenti balneari, dal Municipio di Grado e dalla Banca Friulana di Gorizia.
L’atto di generosità più importante viene concretizzato però a Gorizia davanti al notaio Antonio Ballaben l’8 gennaio 1905: i fratelli Nicolò e Giuseppe Corbatto fu Giovanni donano per gli scopi del Comitato un fondo di loro proprietà “del quantitativo di circa 1000 metri…, che confina a levante con Viale Francesco Giuseppe, a mezzo giorno col fondo di Facchinetti v. Caterina, a ponente col cimitero ed a settentrione con fondo di Giacomo Tognon, coll’intiera proprietà del muro di divisione… affinché sul fondo medesimo sia eretto un Asilo infantile con Ricreatorio festivo per l’educazione Cristiano Cattolica dei fanciulli di Grado…”.
Nel rispetto delle condizioni dettate nel documento di donazione dai benefattori, non resta che accedere ad un mutuo di 30.000 corone, concesso a lungo termine dal Monte di Pietà di Gorizia, per imprimere l’avvio ai lavori di progettazione e di costruzione dell’edificio.
Esso è completato nel 1908 e “S’innalza maestoso a due piani nel viale Francesco Giuseppe sul fondo regalato dagli indimenticabili signori Nicolò e Giuseppe Corbatto coll’aiuto di molti e generosi benefattori. E’ circondato di tre lati da un cortile che servirà di ricreatorio… A sinistra un salone capace per 300 400 persone, a destra una sala, la cucina e altre stanze per uso delle Suore della Divina Provvidenza alle quali l’Asilo verrà affidato. Al primo piano tre sale e altre stanze, al secondo cinque camere abitabili…”.
Il 19 agosto 1908, giorno successivo al giubileo per i 60 anni di regno dell’Imperatore, desideroso che per la ricorrenza “si facciano delle opere che soccorrano ai bisogni del povero e tengano per quanto possibile lontane le miserie  morali e materiali”, l’ i.r. Governatore, il principe di Hohenlohe, inaugura l’Asilo con grandi festeggiamenti cittadini, iniziati già alla vigilia con la banda e i fuochi d’artificio, alla presenza del suo principale fautore, l’ormai ottantenne mons. Giovanni Battista Rodaro, che dopo un paio di mesi dalla realizzazione rassegnerà le dimissioni dall’incarico di parroco per ragioni di età e di salute.
Il 26 novembre dello stesso anno l’edificio viene aperto per l’arrivo delle Suore della Provvidenza, incaricate del nuovo servizio sull’Isola dal presidente del Comitato, che provvede anche al loro sostentamento. E’ una piccola comunità, composta da quattro religiose: Madre Silvina, già pratica di asilo, è la Superiora, Madre Perseveranda è la Maestra Giardiniera ‘patentata’, Madre Balbina è la cuoca; vi è inoltre la Novizia Suor Gioseffina e più tardi arriverà un’aspirante come aiuto-cuoca. Il loro racconto dell’arrivo a Grado cent’anni fa è ricco di emozioni e di osservazioni  curiose: “…salimmo in carrozza abbastanza tranquille, ma quando si sferzarono i cavalli demmo tutte in uno scroscio di pianto. Cessato lo scompiglio del cuore cominciò quello dello stomaco che però svanì collo scendere di carrozza. Dopo tre lunghe ore arrivammo ad Aquileia…Il vaporetto ci attendeva e ci imbarcammo. Sr Gioseffina, non avendo mai veduto il mare fece una domanda curiosa che ci mosse a risa. ‘Ah, è questo il mare?’… una giornata splendida…
Fra queste osservazioni giungemmo al molo di Grado, ove ci attendeva Monsignor ex Parroco, e una folla di curiosi. Avviandoci incontrammo il signor Podestà, il signor Amministratore dell’Asilo, e il signor Dottore, ai quali, da Monsignore fummo presentate. Questi ci assicurarono che le stanze erano buone, asciutte…”.
A questi incontri ufficiali, segue un colloquio più informale e confidenziale con il responsabile della comunità religiosa.
“A pranzo siamo andate da Monsignore. Sulla soglia della Canonica ci accolse la sua buona serva Orsola, la quale ci servì un buon pranzetto. Si parlò di molte cose…
La Madre Superiora s’informò del carattere, del temperamento degli abitanti di Grado in generale. ‘Ecco, madre, -le fu risposto- qui la gente non è come in terra ferma; qui la gioventù in generale è molto vivace, molto nervosa, ed i bambini molto viziati, dunque riuscirà l’educazione un po’ difficile nel principio’ ”.
Al termine del pranzo mons. Rodaro le conduce nel suo orticello, poi a visitare la Basilica di S. Eufemia e a prendere alla fine possesso della casetta di Nazaret.
Così descrivono le Suore la posizione dell’edificio, tra l’attuale via Marina e il vecchio cimitero, e il suo interno: “Esso s’innalza maestoso, nella via Francesco Giuseppe. La parte anteriore mette su questa via, mentre la  posteriore presenta una lugubre e mesta prospettiva… Un cimitero!!! E quivi guardano tutte le nostre stanze!!!
Entrando trovammo una moltitudine di sedie vecchie piene di ragnatele, quattro letti vecchi a molle ov’erano dipinte tutte le case di Grado, che però il giorno seguente vennero sostituite altre nuove, dappiù trovammo altri mobili nuovi. Ma quello che ci piacque fu appunto l’affetto di premura di questi buoni superiori nel provvederci del necessario. Indi ci mettemmo all’opera, ad aprire le casse, i bauli ecc. Era veramente una confusione…Così giunse la sera”.
Il giorno seguente iniziano le grandi e faticose pulizie degli ambienti, mentre in quelli successivi, con l’aiuto di alcuni volontari, le suore sistemano con entusiasmo le suppellettili necessarie per l’accoglienza dei bambini e l’inizio delle attività e provvedono alla dotazione della cucina e del refettorio. Al settimo giorno “il borsellino comincia a scemare, perché molta uscita e niente entrata…Qualche volta si scoppia dalle risa, specie in refettorio… e così ce la passiamo allegramente anche nella povertà”, risparmiando sul vitto e sulle candele dell’illuminazione.
Quando tutto è pronto, il 6 dicembre, S. Nicolò, viene annunciata dal pulpito del Duomo dall’amministratore parrocchiale e vicepreside don Benedetto Drius l’apertura delle iscrizioni all’Asilo, che sarà effettuata dal 7 al 12 di quel mese: il lunedì si registreranno già 163 iscritti, che alla fine della settimana saranno in totale 210, la maggior parte figli di poveri pescatori e di poveri marinai, per i quali è prevista una retta differenziata di 1,2 o 2 corone al mese. E così la piccola comunità attiva e speranzosa delle suore attende impaziente l’apertura imminente, all’inizio del 1909, dell’Asilo Infantile, che è diventato una realtà necessaria e importante, soprattutto in quegli anni di sviluppo e di iniziative turistiche sempre più allargate e diversificate, che sottraggono anche le madri alla cura dei piccoli.
Nel giugno di quest’anno insorge qualche problema per l’inconsueta presenza nella zona di tanti allegri e vivaci bambini, perché “i proprietari di case in vicinanza dell’Asilo Infantile i quali affittano stanze e anche gli Hôtel che si trovano nel viale Francesco Giuseppe ripetute volte si sono lagnati e avanzano reclami perché i bambini che  vengono accompagnati dai loro genitori in Asilo disturbano con grida e rumori la quiete di cui vogliono godere i forestieri che vengono qui a scopo di cura”. La direzione chiede quindi al Municipio il permesso di accedere all’Asilo attraverso un passaggio aperto attraverso il cimitero e protetto da una recinzione metallica: esso sarà respinto dal medico distrettuale, ma qualche anno dopo il Municipio accorderà ai bambini l’uso gratuito del fondo del vecchio cimitero ormai dismesso da  qualche anno “per scopi di ricreazione”.
Tutto questo fervore di attività riceve una brusca frenata durante la prima guerra mondiale. Nell’ottobre 1917, con la ritirata italiana di Caporetto,  l’Asilo viene evacuato e sorvegliato, ma il 10 giugno del 1918 viene riaperto con il ritorno delle Suore della Provvidenza, per accogliere i 145 nuovi iscritti, divisi in due sezioni: i grandi vengono affidati alla Madre Giuseppina, i piccoli alla Madre Edvige, coadiuvate da Madre Clotilde e con la direzione della Superiora, Madre Emilia.
Nel 1920 il Consiglio Scolastico di Monfalcone, essendo venuta meno la funzione del Comitato con l’erezione dell’Asilo stesso, nomina il Parroco di Grado mons. Sebastiano Tognon “Commissario dell’Asilo Infantile”, con l’incarico di provvedere alla direzione ed amministrazione dell’Istituto.
L’8 maggio 1927, con una semplice e raccolta cerimonia alla presenza dei bambini, ha luogo l’inaugurazione e la benedizione della grotta della Madonna di Lourdes nel giardino, ancor oggi punto di riferimento per i bambini e per quanti operano all’interno della scuola.
In tutti questi anni la denominazione ufficiale della struttura educativa è, dalla nascita, semplicemente “Asilo Infantile- Ricreatorio Festivo”, anche se nel 1947 il Comune pensa di intitolarlo al suo fondatore mons. Rodaro, ma l’iniziativa non viene conclusa con determinazione né ufficializzata.
Infatti, il 28 febbraio 1951 viene organizzata una grande festa per intitolare l’Asilo, non senza qualche contestazione a favore del Rodaro, a Luigi Rizzo, non per motivi ideali, ma contingenti, come segno di riconoscenza. Infatti i Cantieri Riuniti dell’Adriatico, per onorare la memoria dell’Ammiraglio, fanno pervenire al Sindaco di quegli anni, Lucio Grigolon, un assegno di £ 500.000, che viene destinato all’Asilo parrocchiale quale contributo per gli interventi di riparazione e di ampliamento resisi necessari nel frattempo.
E ancor oggi la Scuola Paritaria dell’Infanzia mantiene l’intitolazione al Conte di Grado.

Matteo Marchesan

 

 
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